lunedì 8 settembre 2008

Il cuore

Cuore


Il cuore è un organo posto nella cavità toracica, più precisamente nel mediastino anteriore inferiore, costituito pressoché esclusivamente da tessuto muscolare striato, supportato da una struttura fibrosa detta pericardio.
Il cuore è l'organo centrale dell'apparato circolatorio; funge da pompa capace di produrre una pressione sufficiente a permettere la circolazione del sangue.Nel corpo umano, il cuore ha schematicamente la forma di un tronco di cono schiacciato, simile ad una piramide rovesciata, alto circa 12 cm, compresso dall'avanti all'indietro, con tre facce, una postero-inferiore (o diaframmatica), una anteriore (o sternocostale), una laterale (o polmonare) e tre margini nel punto di incontro delle suddette facce. Inoltre, la superficie esterna del cuore e segnata da due solchi: il solco coronario, che taglia l'organo in senso trasversale fra il terzo superiore e i due terzi inferiori, e quello interatriale (o longitudinale), che divide il cuore nella parte destra e sinistra. I due solchi si incrociano posteriormente in un punto definito "croce" (crux cordis), il quale è spesso occupato dall'arteria coronaria.[2] La base guarda in alto, indietro e a destra, mentre l'apice è rivolto in basso, in avanti e a sinistra. È compreso tra la terza e sesta costa e corrisponde posteriormente alla zona tra la quarta e l'ottava vertebra toracica (vertebre del Giacomini o "vertebre cardiache").[3]
Il volume del cuore corrisponde approssimativamente al pugno chiuso della persona stessa;[4] nell'adulto maschio pesa 200-350 grammi, nella femmina 230-280; nel neonato il peso è di circa 20,8 grammi e all'età di 11 anni pesa circa 164 grammi.[3]
Dal punto di vista topografico si trova nella cavità toracica, al di sopra del diaframma e fra i due polmoni, in contatto anteriormente con sterno e cartilagini costali e posteriormente con la colonna vertebrale. Lo spazio in cui è situato è detto mediastino anteriore. Lateralmente sono presenti gli ili polmonari, i due nervi frenici e i vasi periocardiofrenici; posteriormente, il cuore è in rapporto con l'esofago, l'aorta discendente e le vene azigos ed emiazigos.All' osservazione esterna il cuore appare lucido, in quanto avvolto da una sottile membrana detta pericardio, dello spessore di venti micron, costituito da due strati distinti: uno esterno, il pericardio fibroso, e uno interno, il pericardio sieroso che aderisce perfettamente a tutte le parti piane e a tutte le insenature del cuore. Il pericardio sieroso è costituito da due foglietti di origine celomatica di cui il primo (foglietto parietale) a livello dell'origine dei grossi vasi del peduncolo vascolare si riflette nel secondo (foglietto viscerale). Fra i due foglietti del pericardio sono presenti normalmente da 20 a 50 ml di liquido chiaro roseo che permettono il movimento del cuore minimizzando l'attrito.
Sotto al pericardio si trovano tre tonache una interna all'altra:
l'epicardio
il miocardio
l'endocardio.
L'epicardio (che altro non è che il foglietto viscerale del pericardio sieroso) è costituito da tessuto connettivo, contenente capillari sanguigni, capillari linfatici e fibre nervose.
Al di sotto si trova il miocardio, costituito da fibre muscolari cardiache il cui spessore varia fra 5 e 15 mm (maggiore in corrispondenza dei ventricoli), ordinatamente orientate in modo da permettere la corretta contrazione.
L'endocardio è il rivestimento protettivo interno costituito da cellule endoteliali ha la funzione di favorire lo scorrimento del sangue all'interno del cuore per evitare coaguli del sangue.Dalla porzione superiore della faccia anteriore del cuore si dipartono i due vasi arteriosi principali: l'aorta a sinistra e l'arteria polmonare (o tronco polmonare che si sfiocca in un ramo sinistro ed in un ramo destro) a destra. Ciascuna di queste è un prolungamento cavo del ventricolo corrispondente. Le basi di queste arterie sono abbracciate dalle auricole, (così chiamate poiché la loro forma ricorda le orecchie pendule di un cane) che fanno parte degli atri.
Anche posteriormente sono presenti due vasi sanguigni: la vena cava superiore e la vena cava inferiore che sfociano nell'atrio destro.
Tra questi quattro vasi si trovano le vene polmonari destre e sinistre che sfociano nell'atrio sinistro.
Sulla superficie del cuore si possono osservare le arterie coronarie destra e sinistra che si dipartono dall'aorta. Le coronarie si diramano irrorando tutto il cuore fino all'apice.
Dalla coronaria sinistra si dipartono l'arteria discendente anteriore, l'arteria circonflessa e la più piccola arteria marginale, la coronaria destra si sfiocca in una miriade di vasi minori.
La coronaria destra, e i due rami principali della coronaria sinistra (discendente anteriore e circonflessa) sono considerati i tre vasi principali per l'irrorazione sanguigna del cuore, e hanno un ruolo importante nella patogenesi della cardiopatia ischemica.Il cuore è diviso in quattro cavità:
gli atri (destro e sinistro) posti superiormente;
i ventricoli (destro e sinistro) posti inferiormente.
L'atrio e il ventricolo destro sono in continuità tra loro formando il cuore destro (che pompa il sangue venoso), così come comunicano le due cavità sinistre, formando il cuore sinistro (che pompa il sangue arterioso).
Dopo la nascita non persiste alcuna comunicazione tra la parte destra e la parte sinistra del cuore; questa condizione è garantita dai setti interatriali e interventricolare che dividono il cuore nelle due metà suddette.
Ogni atrio comunica con il corrispondente ventricolo attraverso l'orifizio atrioventricolare che è fornito di una valvola cuspidale: valvola tricuspide tra le cavità destre, valvola bicuspide o mitrale tra atrio sinistro e ventricolo sinistro.
Gli orifizi che mettono in comunicazione le cavità cardiache con i vasi efferenti sono anch'essi protetti da valvole che impediscono il reflusso: valvola semilunare polmonare nel ventricolo destro per l'arteria polmonare, valvola semilunare aortica nel ventricolo sinistro per l'aorta.


Atrio destro
La muscolatura di entrambi gli atri è formata da fibrocellule muscolari scolpite nella parete a fasci paralleli, per questo vengono detti muscoli pettinati. Esternamente è presente la cresta terminale a cui internamente corrisponde il solco terminale. Tra atrio destro e atrio sinistro si trova il setto interatriale, sul quale si trova la fossetta ovale, che corrisponde al foro chiuso che nella vita fetale permetteva la comunicazione tra i due atri, il foro di Botallo. La vena cava inferiore arriva alla faccia inferiore dell'atrio, sbocca all'interno passando per una valvola detta valvola di Eustachio, un lembo del endocardio che non funziona da valvola perché non permette l'unidirezionalità del flusso. Ha una funzione nella vita fetale perché fa' scivolare il sangue facendolo entrare meglio nell'atrio di sinistra. Davanti all'orifizio della vena cava inferiore si trova l'orifizio del seno coronario che ha anch'esso una valvola detta valvola di Tebesio che chiude l'orifizio quando l'atrio si contrae così il sangue non ritorna all'interno del seno. La parte superiore della valvola di Tebesio si unisce alla valvola di Eustachio dando origine al tendine di Todaro.
La valvola tricuspide è la valvola atrioventricolare di destra, forma praticamente la faccia inferiore dell'atrio. La valvola si inserisce sull'anello fibroso dell'ostio atrio-ventricolare di destra, è formata da tre lembi, da cui il nome. È una vera e propria valvola perché permette l'unidirezionalità del flusso ematico, è aperta nella diastole cardiaca mentre nella sistole è chiusa e permette di non far tornare il sangue all'interno dell'atrio.

Ventricolo destro
Superiormente si trova la valvola tricuspide, le altre pareti sono costituite da muscolatura miocardica con trabecole carnee di primo, secondo e terzo ordine. Le trabecole di terzo ordine sono uguali ai muscoli pettinati, cioè muscolatura scolpita nella parete del miocardio, la muscolatura di secondo ordine è costituita invece da trabecole muscolari con la forma di manico di valigia collegate all'estremità alle pareti e nel mezzo sono libere, quelle di primo ordine sono dette muscoli papillari, con un estremità si attaccano la parete mentre con l'altra estremità, attraverso le corde tendine, si inseriscono sulla valvola tricuspide e sono importanti nella chiusura della valvola.
Nel ventricolo destro si distinguono la via di afflusso dalla via di efflusso, quella di afflusso è data dal sangue che dall'atrio entra nel ventricolo dirigendosi nella parete più inferiore, dopo la contrazione ventricolare, si crea la via di efflusso che convoglia il sangue nel lume del tronco della arteria polmonare, dove c'è una valvola che garantisce l'unidirezionalità del flusso. Le due vie sono separate da un anello muscolare costituito da: la cresta sovraventricolare, dal fascio settale che si continua nel fascio moderatore di Leonardo da Vinci che è una trabecola di secondo ordine posto trasversalmente che impedisce un'eccessiva dilatazione del ventricolo della diastole. Quindi la via di efflusso si trova sul davanti della via di afflusso.

Atrio sinistro
Nella parete posteriore si aprono le quattro vene polmonari, due a destra e due a sinistra, delimitando il vestibolo dell'atrio sinistro. Il setto interventricolare presenta la fossetta ovale, residuo del foro di Botallo. La parete anteriore presenta l'ostio della valvola bicuspide o mitrale che da accesso del ventricolo sinistro, come dice il nome è composta da due lembi valvolari. La parete laterale presenta l'auricola sinistra, molto ricca di tessuto muscolare.

Ventricolo sinistro
Nella parete superiore si trova la valvola bicuspide, detta anche mitralica della sua somiglianza alla mitra dei vescovi. Nella parte più superiore del ventricolo si trova anche la valvola aortica che dà accesso all'aorta ascendente. Si divide una via di efflusso da una via di afflusso; le due vie sono separate solo da lembo valvolare anteriore della valvola mitrale. Il sangue nella via di efflusso, si porta davanti al lembo valvolare anteriore, detta anche cuspide aortica proprio perché il sangue gli passa davanti per prendere la via dell'aorta. Le due valvole infatti sono affiancate .La parete ventricolare è sempre composta dai muscoli di primo, secondo e terzo ordine, ma le sue trabecole carnee sono meno sporgenti e quelle del ventricolo destro.




Il sistema di conduzione del cuore

Il cuore come tutti i muscoli è capace di contrarsi sfruttando l'energia prodotta dalla ossidazione di sostanze energetiche (come acidi grassi, carboidrati) in presenza di ossigeno. Le cellule muscolari striate di cui è composto il cuore a differenza di quelle degli altri muscoli sono dotate della capacità di autoeccitarsi e autocontrarsi. Il controllo nervoso sul cuore può modulare la frequenza di contrazione aumentandola o diminuendola, ma questa è generata in maniera spontanea dal miocardio.
Esiste una parte del miocardio dedicata alla sola generazione e conduzione degli impulsi attraverso il muscolo cardiaco, questo è il cosi detto miocardio specifico. Si tratta di un sistema specializzato del cuore che permette, in condizioni normali, che il cuore batta in maniera efficiente ed ordinata (prima gli atri, poi i ventricoli permettendo il completo riempimento di questi ultimi) e che l'impulso generato si diffonda velocemente, facendo contrarre tutte le parti del ventricolo in maniera pressoché simultanea.
Questo sistema è formato da diverse parti:
Il nodo seno-atriale (S-A): si tratta di una piccola e appiattita striscia elissoidale di miocardio specifico larga circa 3 mm, lunga 15 mm e spessa 1 mm, che si trova nella parte superiore laterale dell'atrio destro subito sotto allo sbocco della vena cava superiore. Le fibre del nodo seno-atriale hanno un diametro variabile tra i 3 e i 5 mm, mentre le fibre circostanti sono delle dimensioni di una decina di micrometri. In questo nodo si genera il normale impulso ritmico, per fare in modo che l'impulso venga trasmesso alle fibre atriali, le fibre del nodo S-A si connettono direttamente con quelle atriali; il potenziale d'azione si diffonde, così, in maniera simultanea negli atri.
Le vie internodali: si tratta di una striscia di tessuto di conduzione che deve condurre il segnale verso il nodo atrioventricolare.
Il nodo atrio-ventricolare (A-V): è il principale responsabile del ritardo che deve essere attuato nel passaggio del segnale dagli atri ai ventricoli. Un'altra importante funzione del nodo A-V è quella di permettere il passaggio solo in un senso dell'impulso cardiaco, impedendo il passaggio dai ventricoli agli atri tramite uno strato fibroso che funziona da isolante per l'impulso.
Le fibre del Fascio di His propagano l'impulso alla massa cardiaca ventricolare, dividendosi in due branche, destra e sinistra. La branca sinistra possiede due fascicoli, anteriore, più spesso, e posteriore, più sottile.
Parte terminale del sistema di conduzione del cuore sono le fibre del Purkinje, cellule cardiache con conducibilità maggiore dei miocardiociti.
La principale particolarità del miocardio specifico consiste nella possibilità di generare autonomamente gli impulsi elettrici: in pratica la centrale pacemaker principale si trova nel nodo seno-atriale, ma non è l'unica presente nel miocardio. È stato possibile apprezzare questo escludendo dalla conduzione il nodo S-A: il cuore continua a battere, anche se a ritmi notevolmente inferiori (40/60 impulsi al minuto, contro i normali 60/100) e il ritmo che si impone è detto "non sinusale" perché ha origine al di fuori del nodo del seno, in latino sinus. Questo meccanismo può essere spiegato come una sorta di autoprotezione da parte del cuore, esistono infatti patologie a causa delle quali viene bloccata la conduzione del nodo S-A. In questo caso, il cuore può continuare a battere poiché il nodo A-V comincia a dettare il passo del ritmo (con frequenza minore) e la situazione è compatibile con la vita.
Una volta che l'impulso si è generato nel nodo seno-atriale passa direttamente alle fibre atriali investendole in maniera simultanea. A questo punto attraverso le fibre internodali, il segnale viene trasmesso al nodo atrioventricolare. Dalla generazione del segnale sono passati 0,02 secondi. È in questo punto del sistema di conduzione, quello che trasferisce il segnale dagli atri ai ventricoli, che troviamo un ritardo di trasmissione. Questo ritardo è necessario affinché l'impulso cardiaco non possa propagarsi dagli atri ai ventricoli in maniera troppo veloce. Se questo accadesse, infatti, sarebbe impossibile per i ventricoli un perfetto riempimento e da questo si arriverebbe ad un non perfetto rendimento della pompa cardiaca.
La prima struttura che provoca questo ritardo è il nodo A-V, che ritarda di circa 0,09 secondi prima che l'impulso invada il fascio di His (che si dividerà poi in branca destra e sinistra). Subito dopo il passaggio attraverso il nodo atrioventricolare abbiamo un ulteriore ritardo di 0,04 secondi dovuto ad una parte del fascio fibroso che separa atri e ventricoli. Il ritardo complessivo dalla generazione dell'impulso, all'arrivo dello stesso ai ventricoli è quindi di circa 0,16 secondi. Subito dopo questa parte "ritardante" troviamo le fibre del Purkinje, che dal nodo A-V si portano ai ventricoli passando attraverso il setto ventricolare. Queste fibre sono a conduzione molto veloce. Questa velocità di trasmissione permette di avere una trasmissione ai ventricoli praticamente immediata e simultanea (circa 0,03 secondi). L'alta velocità diminuisce una volta che si è arrivati nelle parti terminali delle fibre del Purkinje, quindi le ultime cellule miocardiche sono raggiunte con un ritardo di circa 0,03 secondi; conseguentemente il tempo per far contrarre i ventricoli è calcolato in 0,06 secondi.
Il cuore, espletando una di quelle attività del corpo che sono necessarie alla vita, è regolato in alcune sue funzioni dal sistema nervoso autonomo, che agisce indipendentemente dalla nostra volontà.
Il cuore ha una duplice innervazione ricevendo fibre parasimpatiche (attraverso il nervo vago) e dell'ortosimpatico.
Questi due sistemi sono controllati direttamente da centri gangliari che si trovano nel cuore (sistema parasimpatico) o in prossimità delle vertebre (sistema ortosimpatico), essi modulano la frequenza cardiaca. Una costante liberazione di neurotrasmettitori in piccole quantità determina il tono nervoso basale del cuore.
Il sistema parasimpatico è responsabile dell'inibizione della frequenza cardiaca, infatti notiamo che tagliando il nervo vago, si ha una accelerazione del cuore fino ai massimi livelli fisiologici raggiungibili. Il sistema parasimpatico agisce usando uno specifico neurotrasmettitore: l'acetilcolina. Essa determina due importanti effetti sul cuore: deprime la frequenza di scarica del nodo S-A e diminuisce l'eccitabilità delle fibre giunzionali poste tra il miocardio atriale ed il nodo A-V.
La stimolazione ortosimpatica provoca effetti opposti a quelli descritti per l'azione vagale, anche se comunque i due effetti sono sempre compresenti. Il neurotrasmettitore attraverso il quale il sistema ortosimpatico agisce è la noradrenalina, che viene rilasciata nelle sinapsi che interessano le terminazioni nervose cardiache e che, come l'acetilcolina, determina delle variazioni a livello delle conduttanze nelle cellule miocardiche. La soppressione dell'attività ortosimpatica determina una diminuzione della frequenza, che però non è rilevante come l'azione del nervo vago.

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Il cuore è una pompa
Il cuore è un muscolo composto da 4 cavità, due superiori: atrio destro e sinistro e due inferiori: ventricolo destro e sinistro. Il sangue povero di ossigeno, giunge al cuore da tutti gli organi tramite le vene cave (superiore ed inferiore). Entra nell’atrio destro, attraversa la valvola tricuspide e passa nel ventricolo desto. Da questo viene pompato nelle arterie polmonari, uscendo dal cuore attraverso la valvola polmonare. Nel polmone il sangue si ossigena. Da qui ritorna nell’atrio sinistro, attraversa la valvola mitrale e passa nel ventricolo sinistro. Da questo viene pompato nell’arteria aorta e da questa in tutte le arterie che lo distribuiscono ai vari organi (figura 1). L’uscita del sangue dal ventricolo sinistro avviene attraversando la valvola aortica. Il cuore pertanto è come un motore, ansi, come una pompa; o meglio come due pompe affiancate che si contraggono contemporaneamente spingendo il sangue, la parete destra (atrio destro e ventricolo destro) nei polmoni; la parte sinistra (atrio sinistro e ventricolo sinistro) nelle arterie e quindi a tutti gli organi.

Fig.1
Cos’è lo scompenso cardiaco?
Lo scompenso cardiaco è una condizione in cui il cuore non è in grado di pompare sangue in tutto il corpo in maniera adeguata alle richieste dell’organismo. Questo non significa che il cuore si è fermato. Significa che non pompa più il sangue come dovrebbe, cioè non si riempie adeguatamente o non ha la forza sufficiente a svuotarsi e non riesce ad immettere sangue in tutto il corpo cosi come faceva prima della malattia.

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