martedì 9 settembre 2008

Aumenta l'uso della pillola del giorno dopo

"Più 22,7% in un anno. Tanto è cresciuto il consumo della pillola del giorno dopo in Italia tra il 2006 e il 2007: da 220 mila a 270 mila confezioni". Lo riferisce Giorgio Vittori, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia, durante un incontro sul Contrasto all'interruzione volontaria di gravidanza nelle donne a rischio. Inoltre "il 55% di queste pillole - spiega la sessuologa Alessandra Graziottin - è utilizzato da ragazze tra i 14 e i 20 anni". Insomma, in Italia la pillola del giorno dopo "sta diventando il contraccettivo di scelta per le più giovani". In Italia, come spiega un report dell'Osservatorio nazionale sulle abitudini sessuali e le scelte consapevoli, "l'aborto è in calo, tranne che per due gruppi di donne: le minorenni (1.360 richieste al giudice nel 2006, quando nel 1999, anno di minimo storico, erano state 1.214) e le immigrate, che da sole assorbono il 31,6% del totale nazionale". Solo lo 0,3% delle under 19 italiane possiede una buona educazione sessuale, riferisce ancora l'Osservatorio, il 26,5% non si spinge oltre un sufficiente, mentre il 72,9% è decisamente insufficiente. In un panorama nazionale che vede l'Italia agli ultimi posti in Europa per la contraccezione "soprattutto per la mancata volontà di utilizzare metodi contraccettivi (53%) e la mancata conoscenza (38%) o l'errato utilizzo (9%)". Senza contare che, spiega ancora l'Osservatorio, "la prima volta è senza precauzioni per una ragazza su tre". Non è un caso, dunque, ricorda Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia e sessuologia medica del San Raffaele Resnati di Milano, che "la fascia dei giovani tra i 15 e i 24 anni sia la più esposta alla clamidia e al gonococco", due agenti virali sessualmente trasmissibili. "Quello che manca in Italia - lamenta la sessuologa - è in particolar modo l'educazione sessuale, soprattutto tra i giovani maschi". La forma più efficace è quella che passa per la famiglia, ma i genitori "dormono". Difatti, "la maggioranza dei genitori non parla esplicitamente coi figli di questi problemi, e spesso se lo fa è quanto hanno già avuto rapporti". Solo il 40% delle madri, spiega infatti, parla di contraccezione con le figlie ventenni. Secondo un'indagine svolta su ragazze sotto i 15 anni e sulle loro madri (www.sceglitu.it), inoltre, a fronte del 38% di ragazze che ha rapporti sessuali, solo il 5% delle madri ritiene che le loro figlie ne abbia. Secondo Emilio Arisi, coordinatore dell'Osservatorio, "l'obiettivo è ridurre il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza causata da un'errata o mancata contraccezione". La via da seguire "è quella di lavorare insieme per promuovere un'educazione sessuale consapevole nelle due categorie più vulnerabili".

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