martedì 9 settembre 2008

Condom in aumento

Gli uomini italiani hanno in media 19 partner nel corso della vita, le donne 7: sono questi alcuni dei risultati di una ricerca della Sexual Wellbeing Global Survey 2007 di Durex, che ha indagato sull'uso dei contraccettivi tra i giovani. Il 32% di chi è attivo sessualmente dichiara di usare come contraccezione soprattutto i condom. Il secondo metodo contraccettivo è la pillola, con valori comunque molto bassi rispetto ad altri paesi europei e con grande differenza tra le regioni. Tra coloro che usano i preservativi, la metà circa ha tra 16 e 24 anni, mentre il 47% ha tra 24 e 35. Il dato curioso è sulle fasce 44-54 anni e sugli over 55: il 20% di entrambi i gruppi usa il preservativo, inn seguito al cambiamento degli stili di vita dovuto a relazioni meno stabili e ai divorzi in aumento. Per quanto riguarda la frequenza, solo il 35% dei ragazzi tra 16-24 anni dichiara di usarlo sempre e la percentuale si abbassa al 21% dopo i 25 anni.

Aumenta l'uso della pillola del giorno dopo

"Più 22,7% in un anno. Tanto è cresciuto il consumo della pillola del giorno dopo in Italia tra il 2006 e il 2007: da 220 mila a 270 mila confezioni". Lo riferisce Giorgio Vittori, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia, durante un incontro sul Contrasto all'interruzione volontaria di gravidanza nelle donne a rischio. Inoltre "il 55% di queste pillole - spiega la sessuologa Alessandra Graziottin - è utilizzato da ragazze tra i 14 e i 20 anni". Insomma, in Italia la pillola del giorno dopo "sta diventando il contraccettivo di scelta per le più giovani". In Italia, come spiega un report dell'Osservatorio nazionale sulle abitudini sessuali e le scelte consapevoli, "l'aborto è in calo, tranne che per due gruppi di donne: le minorenni (1.360 richieste al giudice nel 2006, quando nel 1999, anno di minimo storico, erano state 1.214) e le immigrate, che da sole assorbono il 31,6% del totale nazionale". Solo lo 0,3% delle under 19 italiane possiede una buona educazione sessuale, riferisce ancora l'Osservatorio, il 26,5% non si spinge oltre un sufficiente, mentre il 72,9% è decisamente insufficiente. In un panorama nazionale che vede l'Italia agli ultimi posti in Europa per la contraccezione "soprattutto per la mancata volontà di utilizzare metodi contraccettivi (53%) e la mancata conoscenza (38%) o l'errato utilizzo (9%)". Senza contare che, spiega ancora l'Osservatorio, "la prima volta è senza precauzioni per una ragazza su tre". Non è un caso, dunque, ricorda Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia e sessuologia medica del San Raffaele Resnati di Milano, che "la fascia dei giovani tra i 15 e i 24 anni sia la più esposta alla clamidia e al gonococco", due agenti virali sessualmente trasmissibili. "Quello che manca in Italia - lamenta la sessuologa - è in particolar modo l'educazione sessuale, soprattutto tra i giovani maschi". La forma più efficace è quella che passa per la famiglia, ma i genitori "dormono". Difatti, "la maggioranza dei genitori non parla esplicitamente coi figli di questi problemi, e spesso se lo fa è quanto hanno già avuto rapporti". Solo il 40% delle madri, spiega infatti, parla di contraccezione con le figlie ventenni. Secondo un'indagine svolta su ragazze sotto i 15 anni e sulle loro madri (www.sceglitu.it), inoltre, a fronte del 38% di ragazze che ha rapporti sessuali, solo il 5% delle madri ritiene che le loro figlie ne abbia. Secondo Emilio Arisi, coordinatore dell'Osservatorio, "l'obiettivo è ridurre il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza causata da un'errata o mancata contraccezione". La via da seguire "è quella di lavorare insieme per promuovere un'educazione sessuale consapevole nelle due categorie più vulnerabili".

Novita' in ambito contraccezioni

La pillola senza estrogeni si conferma la soluzione ottimale per le donne che desiderano una contraccezione sicura e non possono assumere estrogeni. Questo è il risultato di uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista The European Journal of Contraception and Reproductive Health Care e presentato oggi durante i lavori del 2° congresso nazionale della Società italiana della contraccezione in corso a Napoli.
Nausea, tensione mammaria, ritenzione idrica e mal di testa diminuiscono durante l'uso della pillola a base di solo progestinico nelle donne, che presentavano questi disturbi durante l'uso di pillole con estrogeno e progestinico. Il dato è emerso dallo studio condotto su un gruppo di 403 donne ex utilizzatrici di pillole combinate da estrogeno e progestinico, che avevano avuto effetti collaterali e disturbi estrogenodipendenti durante il loro uso. "Si tratta di un elemento rilevante- spiega Chiara Benedetto, direttore del Dipartimento di discipline ginecologiche e ostetriche dell'Università di Torino- poichè la nausea, la tensione mammaria, la ritenzione idrica e il mal di testa sono tra i sintomi che possono determinare l'abbandono del trattamento. Questi risultati hanno evidenziato un netto miglioramento e una significativa diminuzione dei disturbi dovuti all'estrogeno in oltre il 70% delle partecipanti allo studio. "La pillola a base di solo progestinico attualmente disponibile in Italia- sottolinea Benedetto- ha superato le cosiddette vecchie minipillole per efficacia: infatti, è in grado di inibire l'ovulazione come le pillole estroprogestiniche. Rappresenta una soluzione sicura e affidabile, in alternativa alle pillole combinate, per le donne che non possono o non vogliono- conclude la dottoressa- assumere estrogeni".
In particolare, i disturbi sono migliorati o addirittura scomparsi nel 92% delle donne per quanto riguarda la nausea, nel 90% per la tensione mammaria, nel 74% per la ritenzione idrica e nell'84% delle partecipanti relativamente al mal di testa.

lunedì 8 settembre 2008

Basta eiaculzione Precoce

Definire quando l'eiaculazione è 'precoce' non è semplice, perché i tempi 'giusti' variano da persona a persona, da coppia a coppia. In genere si definisce 'precoce' l'eiaculazione che arriva entro i due minuti dalla penetrazione, oppure entro le prime cinque-sei spinte.In molte coppie tuttavia l'eiaculazione viene semplicemente considerata 'precoce' in quanto avviene prima che la partner abbia raggiunto l'orgasmo: questo modo di pensare non è corretto dal punto di vista sessuologico (la partner potrebbe avere tempi troppo lunghi per una serie di motivi), così come non è corretto pensare di avere una eiaculazione precoce semplicemente perché essa arriva costantemente prima del tempo desiderato.La maggioranza degli uomini teme, spesso ingiustamente, di soffrire di eiaculazione precoce: questo timore è così diffuso perché, in effetti, la maggior parte degli uomini raggiunge l'orgasmo troppo in fretta rispetto ai tempi che vorrebbe, specialmente se si è sotto stress o particolarmente eccitati.Si può dunque parlare correttamente di eiaculazione precoce solo quando vi sia persistente e ricorrente eiaculazione con minima stimolazione sessuale, prima o subito dopo la penetrazione (e comunque prima che l’interessato lo desideri).Premesso che l’uomo che riesce a durare per ore si vede solo al cinema, i dati della realtà ci dicono che ben quattro uomini su dieci dichiarano di aver sofferto di questo problema in qualche periodo della vita, e che esso ha pregiudicato sia la loro autostima, sia la qualità del rapporto con la partner.Le cause sono molteplici:1. Punto di inevitabilità. E' una sensazione che si verifica solo pochi istanti prima dell'eiaculazione. Gli uomini che soffrono di eiaculazione precoce spesso non sono in grado di riconoscere e questa sensazione e di conseguenza non fanno nulla per modificare la stimolazione, al fine di evitare l'eiaculazione. Gli uomini che non riescono a riconoscere questo momento particolare in cui occorre fare una pausa o modificare il ritmo della stimolazione sono, in genere, quelli che hanno sempre fatto sesso in modo affrettato, associandolo a sentimenti di colpa, a vissuti di ansia.2. Pressioni della partner. A volte gli uomini diventano eiaculatori precoci a causa delle pressioni della partner per cercare di 'durare' di più, il che poi fa ottenere l'effetto contrario.3. Autostima. Precedenti esperienze negative condizionano le future prestazioni sessuali, in quanto minano l'autostima e la propria virilità.4. Sensi di colpa. Masturbazioni rapide, per paura di essere scoperti, o rapporti occasionali e veloci con prostitute sono spesso legati a senso di colpa o sensazione di sporcizia, dalla quale inconsciamente ci si vuole ritrarre al più presto possibile.5. Partner occasionale. Questa situazione crea un’ansia da prestazione che poi condiziona la performance e determina un circolo vizioso, dal quale è poi difficile uscire.6. Eccitazione sessuale: quando è eccessiva influisce sulla qualità della prestazione. Altrettanto dicasi quando è troppo scarsa.7. Inesperienza. Generalmente l’eiaculazione precoce riguarda le prime esperienze sessuali ed è dunque dovuta, fra l’altro, ad ansia da prestazione. La maggior parte degli uomini impara gradualmente a controllare l'orgasmo, attraverso l’esperienza.8. Scarsa frequenza nei rapporti. In genere, più è lungo il periodo trascorso dall’ultima eiaculazione, più è veloce il tempo in cui si raggiunge l’orgasmo.8. Giovane età. I giovani tendono ad eiaculare più in fretta degli uomini più maturi, sia per la mancanza di esperienza, di cui si è già detto, sia per cause organiche.9. Problemi organici. Il problema può nascere da una condizione fisica, come ad esempio un infiammazione del tratto urinario o della prostata. Recenti ricerche indicano inoltre che alcuni uomini possono avere una predisposizione fisiologica all'eiaculazione precoce.Come si è detto, la valutazione della ‘giusta’ durata dell’erezione è un fatto personale: per un uomo possono bastare due minuti dopo la penetrazione, per un altro 5 o 10, mentre un altro potrebbe desiderare che l'eiaculazione avvenga dopo ore dall'inizio delle stimolazioni. La durata dell'erezione prima dell'eiaculazione è in realtà un falso problema: ciò che andrebbe ricercato non è la durata in sé, quanto il livello e la qualità della soddisfazione sessuale che si sperimenta nel rapporto, sia a livello personale, sia per quanto riguarda la partner.Cosa fare.Rilassamento. Avere un rapporto sessuale quando ci si sente pienamente rilassati è una delle cose più importanti che la persona possa fare per migliorare la situazione. Il rilassamento può essere ottenuto con il training autogeno o altre tecniche di rilassamento orientali, come la meditazione o le tecniche di respirazione. A volte anche una bella doccia calda può fare il suo effetto.Stop-Start. Arrestarsi e Ricominciare: questa è la più comune tecnica utilizzata nella terapia psicosessuale. All'inizio la si comincia a praticare su sé stessi, attraverso una stimolazione che aiuti a riconoscere il punto di non ritorno. Quando si riconosce questo momento, ci si ferma, si aspetta un po' e poi si ricomincia. Invece di fermarsi del tutto si può semplicemente provare a cambiare il ritmo, o la qualità dello stimolo. Il passo successivo è quello di sdraiarsi sulla schiena con la donna in posizione soprastante. Il pene viene inserito nella vagina, dopo di che, appena si sente che ci si sta avvicinando ad un punto critico, lo si segnala alla compagna, quindi si sospende per un po’ e poi si ricomincia. Una volta raggiunto il controllo in questa posizione, si passa a quella laterale e solo infine si torna a quella detta del ‘missionario’, con l’uomo sopra, perché è quella in cui il controllo delle proprie sensazioni è più difficile. Di solito si può raggiungere un buon controllo eiaculatorio in 2-10 settimane di ripetuti esercizi.Petting. La stessa pratica dello stop-start potrebbe essere ripetuta con la partner, ma in momenti diversi dal rapporto sessuale vero e proprio, in una situazione di petting.Tecnica dello squeeze, o della compressione. Metodo ideato da Masters e Johnson e consiste in esercizi simili alla tecnica precedente, ma il controllo dell’eiaculazione avviene questa volta attraverso una pressione alla cima e alla base del pene, non appena si sente che sta arrivando il momento dell’orgasmo. La donna anziché fermarsi, quando il compagno le fa segno dell’approssimarsi del momento critico, afferra il pene eretto sotto il glande e schiaccia con forza, fino a che l’uomo non perde buona parte della sua erezione.Pensare ad altro. In genere gli uomini che vogliono risolvere un problema di eiaculazione precoce cercano, durante il rapporto, di pensare ad altro, ma questo non solo non è un rimedio efficace: è anche un modo per deconcentrarsi e privarsi del piacere sensuale ed erotico dell’esperienza sessuale. Per molti tuttavia può funzionare e dunque vale la pena provarci.Creme desensibilizzanti. Sono prodotti che servono per diminuire le sensazioni sentite dall’uomo durante il rapporto, in modo da farli durare più a lungo. Il limite di questi prodotti è che rendono il rapporto meno piacevole per questa diminuita stimolazione.Masturbazione. Quando il desiderio è molto alto, molti uomini si masturbano per diminuire il desiderio ed accrescere il controllo. Questa tecnica non rappresenta sempre una soluzione efficace, perché il livello del desiderio è solo una delle componenti dell’eiaculazione precoce, tuttavia può essere provata.Preservativo. Indossare un preservativo, o anche due, può servire per diminuire la stimolazione del pene ed aumentare il tempo di erezione; inoltre il preservativo protegge da gravidanze indesiderate e da malattie sessualmente trasmesse, per cui vale la pena sperimentarlo.Ritmo. Movimenti lenti anziché veloci aiutano a conservare l’erezione più a lungo.Se queste tecniche non sono di aiuto, è consigliabile chiedere una consulenza specialistica. Si comincia dalla visita andrologica e dal controllo dei parametri medici. A volte alcuni farmaci possono essere di aiuto nel ritardare l'eiaculazione. Una consulenza psicologica può invece essere molto efficace per riconquistare l'autostima e vincere l'ansia da prestazione.

Pillola anticoncezzionale

Cosa è ?
La pillola è un farmaco composto da due sostanze simili agli ormoni prodotti naturalmente dalla donna (estrogeno e progesterone), che regolano tutta la attività del suo apparato genitale.
Come funziona?
La pillola impedisce la maturazione della cellula uovo creando una situazione simile a quella della gravidanza. (Senza una cellula uovo non sono possibili né la fecondazione, né la gravidanza). Inoltre la pillola crea un ispessimento, all'entrata dell'utero, del muco cervicale, per cui gli spermatozoi in ogni caso non risalgono fino alle tube di Falloppio, dove avviene la fecondazione. La maggior parte delle pillole contengono un estrogeno e un progestinico di sintesi: essi sono simili agli ormoni ovarici naturali, l'estradiolo e il progesterone che, per effetto della pillola, vengono 'addormentati'.
Come si usa?
Ogni confezione contiene 21 pillole: si comincia a prendere la prima pillola dal 1° giorno delle mestruazioni, seguitando senza interruzioni a prenderne una al giorno, circa alla stessa ora, per 21 giorni. Esempio: se le mestruazioni vengono di mercoledì, iniziare con la prima pillola contrassegnata 'mercoledì' e poi continuare il giorno dopo con una 'giovedì' ecc. Se le pillole sono state assunte correttamente, l'ultima pillola sarà una 'martedì'. Terminata la confezione si interrompe per sette giorni. Dopo circa tre giorni tornerà il ciclo mestruale (del tutto simile a quello consueto, a volte più scarso e di durata inferiore, generalmente non doloroso). Dopo 7 giorni dalla sospensione, anche se il flusso non è ancora terminato, va iniziata una nuova confezione: è ancora mercoledì! Le pillole dell'ultima generazione garantiscono la sicurezza contraccettiva sin dal primo giorno dell'assunzione. N.B. L'effetto contraccettivo dura anche nei sette giorni di pausa!
Quando la si dimentica...?
Se ci si dimentica di prendere una pillola, occorre prenderne una appena possibile, non superando in ogni caso le 12 ore di ritardo; se si supera questo limite di tempo, si deve continuare ad assumere regolarmente la pillola, tenendo conto che la sicurezza contraccettiva è minore e che occorre quindi abbinarla ad un altro metodo (esempio: preservativo). Se vengono dimenticate tre pillole consecutive occorre sospendere, aspettare 8 giorni e ricominciare con una nuova confezione(sempre usando precauzioni).
Effetti indesiderati?
La pillola con basso dosaggio ormonale è in genere ben tollerata. Nei primi mesi di uso della pillola si possono avere leggere nausee, tensione al seno, lieve aumento di peso, leggere perdite di sangue al di fuori delle mestruazioni. Generalmente questi disturbi scompaiono spontaneamente.
Effetti benefici?
La pillola riduce il rischio potenziale di sviluppo di tumore alle ovaie e all'endometrio, previene l'insorgenza di infiammazioni pelviche, ha effetti positivi sull'artride reumatoide, le mestruazioni dolorose, abbondanti e lunghe. Migliora la pelle.
Chi non la deve usare?
Prima di iniziare ad usare la pillola bisogna sottoporsi ad una visita medica, che comprende anche l'esame del seno. Esistono, infatti, alcune controindicazioni:
disturbi dell'apparato cardiocircolatorio;
malattie del fegato;
presenza o sospetto di tumori;
perdita di sangue al di fuori delle mestruazioni di natura non accertata.
Per chi, invece, soffre o ha sofferto dei seguenti disturbi: frequenti emicranie, alta pressione arteriosa, vene varicose, asma, epilessia, disturbi psichici rilevanti, diabete, la pillola non è sempre controindicata, ma si deve decidere caso per caso se ne è possibile l'assunzione. È bene eseguire sempre un paptest. Dovrà essere sempre il medico a stabilire se e quali analisi debbano essere fatte prima di iniziare l'uso della pillola e durante il trattamento e quale tipo di pillola utilizzare. Sicurezza
La pillola è praticamente sicura al 100%; i rari casi di fallimento sono dovuti in genere ad errori nell'uso del contraccettivo.
Controlli
Il primo controllo medico va effettuato dopo i primi tre mesi di trattamento; dovranno essere ripetuti l'esame obiettivo generale, l'esplorazione vaginale e l'esame del seno. In seguito è sufficiente un controllo ogni sei mesi circa.
Ritorno alla fertilità
Il ritorno alla fertilità è rapido: se si desidera avere un figlio si deve sospendere l'assunzione della pillola un mese prima

Il cuore

Cuore


Il cuore è un organo posto nella cavità toracica, più precisamente nel mediastino anteriore inferiore, costituito pressoché esclusivamente da tessuto muscolare striato, supportato da una struttura fibrosa detta pericardio.
Il cuore è l'organo centrale dell'apparato circolatorio; funge da pompa capace di produrre una pressione sufficiente a permettere la circolazione del sangue.Nel corpo umano, il cuore ha schematicamente la forma di un tronco di cono schiacciato, simile ad una piramide rovesciata, alto circa 12 cm, compresso dall'avanti all'indietro, con tre facce, una postero-inferiore (o diaframmatica), una anteriore (o sternocostale), una laterale (o polmonare) e tre margini nel punto di incontro delle suddette facce. Inoltre, la superficie esterna del cuore e segnata da due solchi: il solco coronario, che taglia l'organo in senso trasversale fra il terzo superiore e i due terzi inferiori, e quello interatriale (o longitudinale), che divide il cuore nella parte destra e sinistra. I due solchi si incrociano posteriormente in un punto definito "croce" (crux cordis), il quale è spesso occupato dall'arteria coronaria.[2] La base guarda in alto, indietro e a destra, mentre l'apice è rivolto in basso, in avanti e a sinistra. È compreso tra la terza e sesta costa e corrisponde posteriormente alla zona tra la quarta e l'ottava vertebra toracica (vertebre del Giacomini o "vertebre cardiache").[3]
Il volume del cuore corrisponde approssimativamente al pugno chiuso della persona stessa;[4] nell'adulto maschio pesa 200-350 grammi, nella femmina 230-280; nel neonato il peso è di circa 20,8 grammi e all'età di 11 anni pesa circa 164 grammi.[3]
Dal punto di vista topografico si trova nella cavità toracica, al di sopra del diaframma e fra i due polmoni, in contatto anteriormente con sterno e cartilagini costali e posteriormente con la colonna vertebrale. Lo spazio in cui è situato è detto mediastino anteriore. Lateralmente sono presenti gli ili polmonari, i due nervi frenici e i vasi periocardiofrenici; posteriormente, il cuore è in rapporto con l'esofago, l'aorta discendente e le vene azigos ed emiazigos.All' osservazione esterna il cuore appare lucido, in quanto avvolto da una sottile membrana detta pericardio, dello spessore di venti micron, costituito da due strati distinti: uno esterno, il pericardio fibroso, e uno interno, il pericardio sieroso che aderisce perfettamente a tutte le parti piane e a tutte le insenature del cuore. Il pericardio sieroso è costituito da due foglietti di origine celomatica di cui il primo (foglietto parietale) a livello dell'origine dei grossi vasi del peduncolo vascolare si riflette nel secondo (foglietto viscerale). Fra i due foglietti del pericardio sono presenti normalmente da 20 a 50 ml di liquido chiaro roseo che permettono il movimento del cuore minimizzando l'attrito.
Sotto al pericardio si trovano tre tonache una interna all'altra:
l'epicardio
il miocardio
l'endocardio.
L'epicardio (che altro non è che il foglietto viscerale del pericardio sieroso) è costituito da tessuto connettivo, contenente capillari sanguigni, capillari linfatici e fibre nervose.
Al di sotto si trova il miocardio, costituito da fibre muscolari cardiache il cui spessore varia fra 5 e 15 mm (maggiore in corrispondenza dei ventricoli), ordinatamente orientate in modo da permettere la corretta contrazione.
L'endocardio è il rivestimento protettivo interno costituito da cellule endoteliali ha la funzione di favorire lo scorrimento del sangue all'interno del cuore per evitare coaguli del sangue.Dalla porzione superiore della faccia anteriore del cuore si dipartono i due vasi arteriosi principali: l'aorta a sinistra e l'arteria polmonare (o tronco polmonare che si sfiocca in un ramo sinistro ed in un ramo destro) a destra. Ciascuna di queste è un prolungamento cavo del ventricolo corrispondente. Le basi di queste arterie sono abbracciate dalle auricole, (così chiamate poiché la loro forma ricorda le orecchie pendule di un cane) che fanno parte degli atri.
Anche posteriormente sono presenti due vasi sanguigni: la vena cava superiore e la vena cava inferiore che sfociano nell'atrio destro.
Tra questi quattro vasi si trovano le vene polmonari destre e sinistre che sfociano nell'atrio sinistro.
Sulla superficie del cuore si possono osservare le arterie coronarie destra e sinistra che si dipartono dall'aorta. Le coronarie si diramano irrorando tutto il cuore fino all'apice.
Dalla coronaria sinistra si dipartono l'arteria discendente anteriore, l'arteria circonflessa e la più piccola arteria marginale, la coronaria destra si sfiocca in una miriade di vasi minori.
La coronaria destra, e i due rami principali della coronaria sinistra (discendente anteriore e circonflessa) sono considerati i tre vasi principali per l'irrorazione sanguigna del cuore, e hanno un ruolo importante nella patogenesi della cardiopatia ischemica.Il cuore è diviso in quattro cavità:
gli atri (destro e sinistro) posti superiormente;
i ventricoli (destro e sinistro) posti inferiormente.
L'atrio e il ventricolo destro sono in continuità tra loro formando il cuore destro (che pompa il sangue venoso), così come comunicano le due cavità sinistre, formando il cuore sinistro (che pompa il sangue arterioso).
Dopo la nascita non persiste alcuna comunicazione tra la parte destra e la parte sinistra del cuore; questa condizione è garantita dai setti interatriali e interventricolare che dividono il cuore nelle due metà suddette.
Ogni atrio comunica con il corrispondente ventricolo attraverso l'orifizio atrioventricolare che è fornito di una valvola cuspidale: valvola tricuspide tra le cavità destre, valvola bicuspide o mitrale tra atrio sinistro e ventricolo sinistro.
Gli orifizi che mettono in comunicazione le cavità cardiache con i vasi efferenti sono anch'essi protetti da valvole che impediscono il reflusso: valvola semilunare polmonare nel ventricolo destro per l'arteria polmonare, valvola semilunare aortica nel ventricolo sinistro per l'aorta.


Atrio destro
La muscolatura di entrambi gli atri è formata da fibrocellule muscolari scolpite nella parete a fasci paralleli, per questo vengono detti muscoli pettinati. Esternamente è presente la cresta terminale a cui internamente corrisponde il solco terminale. Tra atrio destro e atrio sinistro si trova il setto interatriale, sul quale si trova la fossetta ovale, che corrisponde al foro chiuso che nella vita fetale permetteva la comunicazione tra i due atri, il foro di Botallo. La vena cava inferiore arriva alla faccia inferiore dell'atrio, sbocca all'interno passando per una valvola detta valvola di Eustachio, un lembo del endocardio che non funziona da valvola perché non permette l'unidirezionalità del flusso. Ha una funzione nella vita fetale perché fa' scivolare il sangue facendolo entrare meglio nell'atrio di sinistra. Davanti all'orifizio della vena cava inferiore si trova l'orifizio del seno coronario che ha anch'esso una valvola detta valvola di Tebesio che chiude l'orifizio quando l'atrio si contrae così il sangue non ritorna all'interno del seno. La parte superiore della valvola di Tebesio si unisce alla valvola di Eustachio dando origine al tendine di Todaro.
La valvola tricuspide è la valvola atrioventricolare di destra, forma praticamente la faccia inferiore dell'atrio. La valvola si inserisce sull'anello fibroso dell'ostio atrio-ventricolare di destra, è formata da tre lembi, da cui il nome. È una vera e propria valvola perché permette l'unidirezionalità del flusso ematico, è aperta nella diastole cardiaca mentre nella sistole è chiusa e permette di non far tornare il sangue all'interno dell'atrio.

Ventricolo destro
Superiormente si trova la valvola tricuspide, le altre pareti sono costituite da muscolatura miocardica con trabecole carnee di primo, secondo e terzo ordine. Le trabecole di terzo ordine sono uguali ai muscoli pettinati, cioè muscolatura scolpita nella parete del miocardio, la muscolatura di secondo ordine è costituita invece da trabecole muscolari con la forma di manico di valigia collegate all'estremità alle pareti e nel mezzo sono libere, quelle di primo ordine sono dette muscoli papillari, con un estremità si attaccano la parete mentre con l'altra estremità, attraverso le corde tendine, si inseriscono sulla valvola tricuspide e sono importanti nella chiusura della valvola.
Nel ventricolo destro si distinguono la via di afflusso dalla via di efflusso, quella di afflusso è data dal sangue che dall'atrio entra nel ventricolo dirigendosi nella parete più inferiore, dopo la contrazione ventricolare, si crea la via di efflusso che convoglia il sangue nel lume del tronco della arteria polmonare, dove c'è una valvola che garantisce l'unidirezionalità del flusso. Le due vie sono separate da un anello muscolare costituito da: la cresta sovraventricolare, dal fascio settale che si continua nel fascio moderatore di Leonardo da Vinci che è una trabecola di secondo ordine posto trasversalmente che impedisce un'eccessiva dilatazione del ventricolo della diastole. Quindi la via di efflusso si trova sul davanti della via di afflusso.

Atrio sinistro
Nella parete posteriore si aprono le quattro vene polmonari, due a destra e due a sinistra, delimitando il vestibolo dell'atrio sinistro. Il setto interventricolare presenta la fossetta ovale, residuo del foro di Botallo. La parete anteriore presenta l'ostio della valvola bicuspide o mitrale che da accesso del ventricolo sinistro, come dice il nome è composta da due lembi valvolari. La parete laterale presenta l'auricola sinistra, molto ricca di tessuto muscolare.

Ventricolo sinistro
Nella parete superiore si trova la valvola bicuspide, detta anche mitralica della sua somiglianza alla mitra dei vescovi. Nella parte più superiore del ventricolo si trova anche la valvola aortica che dà accesso all'aorta ascendente. Si divide una via di efflusso da una via di afflusso; le due vie sono separate solo da lembo valvolare anteriore della valvola mitrale. Il sangue nella via di efflusso, si porta davanti al lembo valvolare anteriore, detta anche cuspide aortica proprio perché il sangue gli passa davanti per prendere la via dell'aorta. Le due valvole infatti sono affiancate .La parete ventricolare è sempre composta dai muscoli di primo, secondo e terzo ordine, ma le sue trabecole carnee sono meno sporgenti e quelle del ventricolo destro.




Il sistema di conduzione del cuore

Il cuore come tutti i muscoli è capace di contrarsi sfruttando l'energia prodotta dalla ossidazione di sostanze energetiche (come acidi grassi, carboidrati) in presenza di ossigeno. Le cellule muscolari striate di cui è composto il cuore a differenza di quelle degli altri muscoli sono dotate della capacità di autoeccitarsi e autocontrarsi. Il controllo nervoso sul cuore può modulare la frequenza di contrazione aumentandola o diminuendola, ma questa è generata in maniera spontanea dal miocardio.
Esiste una parte del miocardio dedicata alla sola generazione e conduzione degli impulsi attraverso il muscolo cardiaco, questo è il cosi detto miocardio specifico. Si tratta di un sistema specializzato del cuore che permette, in condizioni normali, che il cuore batta in maniera efficiente ed ordinata (prima gli atri, poi i ventricoli permettendo il completo riempimento di questi ultimi) e che l'impulso generato si diffonda velocemente, facendo contrarre tutte le parti del ventricolo in maniera pressoché simultanea.
Questo sistema è formato da diverse parti:
Il nodo seno-atriale (S-A): si tratta di una piccola e appiattita striscia elissoidale di miocardio specifico larga circa 3 mm, lunga 15 mm e spessa 1 mm, che si trova nella parte superiore laterale dell'atrio destro subito sotto allo sbocco della vena cava superiore. Le fibre del nodo seno-atriale hanno un diametro variabile tra i 3 e i 5 mm, mentre le fibre circostanti sono delle dimensioni di una decina di micrometri. In questo nodo si genera il normale impulso ritmico, per fare in modo che l'impulso venga trasmesso alle fibre atriali, le fibre del nodo S-A si connettono direttamente con quelle atriali; il potenziale d'azione si diffonde, così, in maniera simultanea negli atri.
Le vie internodali: si tratta di una striscia di tessuto di conduzione che deve condurre il segnale verso il nodo atrioventricolare.
Il nodo atrio-ventricolare (A-V): è il principale responsabile del ritardo che deve essere attuato nel passaggio del segnale dagli atri ai ventricoli. Un'altra importante funzione del nodo A-V è quella di permettere il passaggio solo in un senso dell'impulso cardiaco, impedendo il passaggio dai ventricoli agli atri tramite uno strato fibroso che funziona da isolante per l'impulso.
Le fibre del Fascio di His propagano l'impulso alla massa cardiaca ventricolare, dividendosi in due branche, destra e sinistra. La branca sinistra possiede due fascicoli, anteriore, più spesso, e posteriore, più sottile.
Parte terminale del sistema di conduzione del cuore sono le fibre del Purkinje, cellule cardiache con conducibilità maggiore dei miocardiociti.
La principale particolarità del miocardio specifico consiste nella possibilità di generare autonomamente gli impulsi elettrici: in pratica la centrale pacemaker principale si trova nel nodo seno-atriale, ma non è l'unica presente nel miocardio. È stato possibile apprezzare questo escludendo dalla conduzione il nodo S-A: il cuore continua a battere, anche se a ritmi notevolmente inferiori (40/60 impulsi al minuto, contro i normali 60/100) e il ritmo che si impone è detto "non sinusale" perché ha origine al di fuori del nodo del seno, in latino sinus. Questo meccanismo può essere spiegato come una sorta di autoprotezione da parte del cuore, esistono infatti patologie a causa delle quali viene bloccata la conduzione del nodo S-A. In questo caso, il cuore può continuare a battere poiché il nodo A-V comincia a dettare il passo del ritmo (con frequenza minore) e la situazione è compatibile con la vita.
Una volta che l'impulso si è generato nel nodo seno-atriale passa direttamente alle fibre atriali investendole in maniera simultanea. A questo punto attraverso le fibre internodali, il segnale viene trasmesso al nodo atrioventricolare. Dalla generazione del segnale sono passati 0,02 secondi. È in questo punto del sistema di conduzione, quello che trasferisce il segnale dagli atri ai ventricoli, che troviamo un ritardo di trasmissione. Questo ritardo è necessario affinché l'impulso cardiaco non possa propagarsi dagli atri ai ventricoli in maniera troppo veloce. Se questo accadesse, infatti, sarebbe impossibile per i ventricoli un perfetto riempimento e da questo si arriverebbe ad un non perfetto rendimento della pompa cardiaca.
La prima struttura che provoca questo ritardo è il nodo A-V, che ritarda di circa 0,09 secondi prima che l'impulso invada il fascio di His (che si dividerà poi in branca destra e sinistra). Subito dopo il passaggio attraverso il nodo atrioventricolare abbiamo un ulteriore ritardo di 0,04 secondi dovuto ad una parte del fascio fibroso che separa atri e ventricoli. Il ritardo complessivo dalla generazione dell'impulso, all'arrivo dello stesso ai ventricoli è quindi di circa 0,16 secondi. Subito dopo questa parte "ritardante" troviamo le fibre del Purkinje, che dal nodo A-V si portano ai ventricoli passando attraverso il setto ventricolare. Queste fibre sono a conduzione molto veloce. Questa velocità di trasmissione permette di avere una trasmissione ai ventricoli praticamente immediata e simultanea (circa 0,03 secondi). L'alta velocità diminuisce una volta che si è arrivati nelle parti terminali delle fibre del Purkinje, quindi le ultime cellule miocardiche sono raggiunte con un ritardo di circa 0,03 secondi; conseguentemente il tempo per far contrarre i ventricoli è calcolato in 0,06 secondi.
Il cuore, espletando una di quelle attività del corpo che sono necessarie alla vita, è regolato in alcune sue funzioni dal sistema nervoso autonomo, che agisce indipendentemente dalla nostra volontà.
Il cuore ha una duplice innervazione ricevendo fibre parasimpatiche (attraverso il nervo vago) e dell'ortosimpatico.
Questi due sistemi sono controllati direttamente da centri gangliari che si trovano nel cuore (sistema parasimpatico) o in prossimità delle vertebre (sistema ortosimpatico), essi modulano la frequenza cardiaca. Una costante liberazione di neurotrasmettitori in piccole quantità determina il tono nervoso basale del cuore.
Il sistema parasimpatico è responsabile dell'inibizione della frequenza cardiaca, infatti notiamo che tagliando il nervo vago, si ha una accelerazione del cuore fino ai massimi livelli fisiologici raggiungibili. Il sistema parasimpatico agisce usando uno specifico neurotrasmettitore: l'acetilcolina. Essa determina due importanti effetti sul cuore: deprime la frequenza di scarica del nodo S-A e diminuisce l'eccitabilità delle fibre giunzionali poste tra il miocardio atriale ed il nodo A-V.
La stimolazione ortosimpatica provoca effetti opposti a quelli descritti per l'azione vagale, anche se comunque i due effetti sono sempre compresenti. Il neurotrasmettitore attraverso il quale il sistema ortosimpatico agisce è la noradrenalina, che viene rilasciata nelle sinapsi che interessano le terminazioni nervose cardiache e che, come l'acetilcolina, determina delle variazioni a livello delle conduttanze nelle cellule miocardiche. La soppressione dell'attività ortosimpatica determina una diminuzione della frequenza, che però non è rilevante come l'azione del nervo vago.

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Il cuore è una pompa
Il cuore è un muscolo composto da 4 cavità, due superiori: atrio destro e sinistro e due inferiori: ventricolo destro e sinistro. Il sangue povero di ossigeno, giunge al cuore da tutti gli organi tramite le vene cave (superiore ed inferiore). Entra nell’atrio destro, attraversa la valvola tricuspide e passa nel ventricolo desto. Da questo viene pompato nelle arterie polmonari, uscendo dal cuore attraverso la valvola polmonare. Nel polmone il sangue si ossigena. Da qui ritorna nell’atrio sinistro, attraversa la valvola mitrale e passa nel ventricolo sinistro. Da questo viene pompato nell’arteria aorta e da questa in tutte le arterie che lo distribuiscono ai vari organi (figura 1). L’uscita del sangue dal ventricolo sinistro avviene attraversando la valvola aortica. Il cuore pertanto è come un motore, ansi, come una pompa; o meglio come due pompe affiancate che si contraggono contemporaneamente spingendo il sangue, la parete destra (atrio destro e ventricolo destro) nei polmoni; la parte sinistra (atrio sinistro e ventricolo sinistro) nelle arterie e quindi a tutti gli organi.

Fig.1
Cos’è lo scompenso cardiaco?
Lo scompenso cardiaco è una condizione in cui il cuore non è in grado di pompare sangue in tutto il corpo in maniera adeguata alle richieste dell’organismo. Questo non significa che il cuore si è fermato. Significa che non pompa più il sangue come dovrebbe, cioè non si riempie adeguatamente o non ha la forza sufficiente a svuotarsi e non riesce ad immettere sangue in tutto il corpo cosi come faceva prima della malattia.

Nanismo e Gigantismo



Nanismo




Il nanismo è un'anomalia che causa un insufficiente sviluppo corporeo, che può essere armonico o disarmonico nelle proporzioni.
Nel primo caso il soggetto nell'insieme ha una figura in cui sono mantenute le proporzioni tra le parti; nel secondo caso prevalgono certe strutture su altre, per esempio le braccia sono di proporzioni normali rispetto agli altri individui mentre il tronco rimane piccolo.
Il nanismo può essere presente fin dalla nascita o manifestarsi nella genetiche, disfunzioni endocrine, alterazioni metaboliche, etc.
Talvolta il termine nanismo può essere usato anche nel caso di malattie che riducono l'altezza del soggetto per il fatto di provocare deformazioni allo scheletro.
Tra i nanismi armonici si ricordano il nanismo ipofisario, il nanismo di Laron, la bassa costituzione per familiarità. Tra i nanismi disarmonici si ricordano il nanismo causato da ipotiroidismo, il nanismo causato da acondroplasia e quello causato dalla sindrome di Turner.Il nanismo è un grave difetto di sviluppo del bambino, dovuto a malattie dell’ipofisi o a rachitismo. Nanismo ipofisario – può essere dovuto ad insufficiente produzione di ormone dello sviluppo (GH) da parte del lobo anteriore dell’ipofisi, o a difettosa reattività dei tessuti alla sua azione. L’accrescimento del bambino è estremamente lento (meno di 4 cm all’anno), e l’”età cronologica” dell’osso è almeno di due anni inferiore al normale. Lo sviluppo puberale può non avvenire o non completarsi. Lo sviluppo mentale è di solito normale, e, una volta divenuti adulti, questi nani appaiono come delle persone in miniatura, perfettamente proporzionati (il che li distingue dai nani rachitici).

Gigantismo


Il gigantismo è una malattia che comporta un'eccessiva e precoce crescita della statura corporea. Esso è causato da un'eccessiva esposizione dell'organismo all'ormone somatotropo, meglio noto come ormone della crescita, che si verifica durante l'età pre-puberale. I quadro clinico generale è sovrapponibile a quello che si riscontra nell'Acromegalia, se si eccettua la statura che solitamente, nel caso del gigantismo, eccede di molto la norma.
Solitamente, si definiscono "giganti" gli individui la cui statura è eccessivamente fuori la media, ma non sono affetti da gigantismo coloro che raggiungono un'altezza corporea molto al disopra della media grazie alla propria alimentazione e a un sano stile di vita.


L’eccessiva produzione di ormone della crescita (GH) da parte del lobo anteriore dell’ipofisi provoca alterazione dello scheletro, che nel bambino – in cui esso non è ancora completamente sviluppato – si traduce in accrescimento delle ossa (gigantismo), mentre nell’adulto provoca l’acromegalia. Le mani e i piedi sono allungati e ingrossati; per deviazione della colonna vertebrale il ventre è prominente e il dorso incavato (aspetto a pulcinella). La sintomatologia può essere aggravata da disturbi visivi e dello sviluppo sessuale. L’acromegalia è un’alterazione dello scheletro dell’adulto dovuta ad eccessiva produzione di ormone dello sviluppo (GH) da parte del lobo anteriore dell’ipofisi. Nel bambino tale iperproduzione di GH è causa di gigantismo.